“Ottenni col mio procedere ed il mio Cannone violino l’onta loro e il mio trionfo” Nicolò Paganini.
(Lettera all’avvocato Germi, 16 luglio 1833).

Nicolò Paganini, un genio indiscusso della musica di tutti i tempi. Nel 2020 ricorre il 180° anniversario della sua morte, esattamente il 27 maggio 2020.

Quando la ragione non riesce a dare spiegazioni sulle capacità straordinarie di alcuni grandi uomini, che hanno segnato con il loro talento il cammino dell’umanità, subentra il sospetto, la calunnia, la menzogna.

É quello che è accaduto a Nicolò Paganini.

Questa pagina vuole ricordarne la personalità forte, di uomo fiero, spesso rincorso da dicerie e illazioni che ne hanno a volte compromesso la figura.

Dotato di eccellentissime doti musicali, dalla nascita vive intensamente, tra il successo ottenuto con l’acclamazione da parte di grandi personaggi del contesto storico del 1800, ma anche tra innumerevoli episodi di malattia che segnano una vita di sofferenza.

Paganini non è bello, eppure il fascino che ne avvolge la persona, capace di mandare in estasi il pubblico durante le esecuzioni, attrae donne di svariati lignaggi, come le sorelle Elisa e Paolina Bonaparte, facendone uno dei personaggi più ambigui di tutti i tempi.

Compagno indissolubile della sua vita straordinaria è quello che lui stesso chiama il Cannone violino, un Guarneri del Gesù finito nelle sue mani grazie alla donazione da parte di un magnate francese.

Paganini giocherà con il sospetto, con le fantasie che girano sul suo conto di godere del supporto di forze demoniache, facendo leva sulla curiosità della gente che accorrerà in massa ai concerti.

Eppure tali congetture lo perseguiteranno fino alla morte, e anche dopo, segnando le vicissitudini della sepoltura. Unico suo grande amore è il figlio Achille, che gli resterà accanto fino alla fine dei suoi giorni.

La musica sovrasta ogni cosa, quale ragione profonda dell’esistenza.

Nasce a Genova il 27 ottobre 1782 e muore a Nizza il 27 maggio 1840.

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