La culla (Le Berceau), Berthe Morisot, realizzato nel 1872 e conservato al museo d’Orsay di Parigi.

Berthe Marie Pauline Morisot (Bourges, 14 gennaio 1841 – Parigi, 2 marzo1895) fu, con la Cassat l’unica donna rilevante di quel momento aurorale della cultura europea definita impressionismo. Difficoltà dell’essere donna, dell’essere riconosciuta come artista, in un panorama tutto maschile, non le mancarono. In realtà la libertà delle donne di potersi esprimere nella pittura, nel Settecento, non mancò, ma fu paradossalmente la Rivoluzione prima ed il codice napoleone dopo a relegarle nel ghetto della minorità, civile, culturale ed artistica. Berthe elaborò una propria visione dell’Impressionismo, vicina più a Monet e Pissaro che all’amato Manet.

Pennellate leggere e brevi, coriandoli di luce, a comporre la scena suscitata dallo scorrere nel tempo. Qui è lo sguardo, intenso e carezzevole della Madre, a creare l’atmosfera del quadro. Uno sguardo intuito, sospeso nell’attesa. Ed i colori intrisi di luce, e la mano, lieve, in primo piano. Tutto attende nell’attimo straordinario della visione impressionista. Tre sono gli elementi che legano la madre alla figlia. Il primo è lo sguardo, protettivo e di intensi pensieri, e questo lo si nota subito. Il secondo è la levità della mano protettiva della madre, ed anche questo è abbastanza evidente. Ma c’è un terzo elemento, più impalpabile e sfuggente: osservate il braccio destro della piccola ed il sinistro della madre, sono un legame corporeo nel respiro del momento. Berthe fu l’artista che aprì la strada alla piena partecipazione femminile alla mensa dei grandi pittori contemporanei, ma per questo bisognerà attendere il Novecento.

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