Marcel Proust sarebbe stato il grande scrittore francese che è stato, capace  di influenzare generazioni di nuovi scrittori  fino ai giorni nostri, se non fosse vissuto a Parigi?

Questa è la domanda  da cui è partito Giuseppe Gingolph Costa domenica  4 dicembre, presso l’ex Convento del Ritiro, dove è in corso fino al giorno 15 la mostra fotografica “La luce nel mare” di Emanuele Vitale, presentando il libro di Luigi La Rosa dal titolo “A Parigi con Proust”.

A 100 anni dalla scomparsa di Proust (10 luglio 1871 – 18 novembre 1922), in uno dei dieci eventi collaterali alla mostra, abbiamo voluto ricordare lo scrittore e, al  di là di un (im)possibile  confronto fra talenti, ci siamo voluti domandare come i luoghi in cui si sviluppa la propria esistenza possano influire sulla produzione degli artisti. E’ così per Proust, fortemente influenzato dallo splendore di Parigi fra la  fine dell’800 e i primi 20 anni del XX secolo, è così per Emanuele Vitale, che vivendo in una città di acqua e di luce, trova nelle profondità del mare siracusano quell’ambiente  ascetico che dà corpo alla sua splendida produzione artistica.

Luigi La Rosa ha poi descritto con ricchezza di particolari la sua passione per Proust, rispondendo alle provocatorie domande che Giuseppe Costa e Daniela Sessa gli hanno posto durante l’incontro. E’ emersa una conoscenza profonda frutto di studi e di ricerche appassionate, ma è emersa  anche la  volontà  di La Rosa di indagare sulle caratteristiche umane, sui vizi, sulle virtù di Marcel Proust, al di là degli stereotipi, al di là delle convenzione, per trovare, la vera essenza umana di un grande talento, di un genio della letteratura che ha saputo interpretare e incarnare con la propria personalità un’epoca e una città.    

                                                                                                                          Vincenzo Marano

                                                                                                                      (Curatore della mostra)

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